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PUNTO E A CAPO......

  • by Geom. S. Pelagotti
  • 23 ago 2017
  • Tempo di lettura: 2 min

Ed eccoci ancora quì, a discutere di un post terremoto, di chi ha sbagliato, di come, quando e perchè, a cercare il "responsabile" di quanto accaduto e di quanto si poteva prevedere...


Ma è possibile che i sismi avvenuti dal 1976 (Friuli) ad oggi non abbiano lasciato traccia se non la scia di lutti e di inutili discussioni successive?


E' un dato palese che la maggior parte del parco immobiliare italiano necessiti di interventi sia sotto il profilo della sicurezza strutturale che sotto l'aspetto energetico.



Già nel 2014 il Centro Studi Immobiliare.it aveva redatto un breve ma significativo rapporto sull'età dei nostri edifici, giungendo a dire che il 58,4% delle nostre abitazioni era costruita anteriormente al 1977 (il 36% prima del 1970), il 27,4% tra il 1977 ed il 2000 ed il restante 14,2% dal 2000 in poi.


Cioè il grosso delle nostre case risultava edificato prima di qualsivoglia normativa sul risparmio energetico e a ridosso di norme antisismiche oggi assolutamente obsolete ed a volte incoerenti.


Eppure tutte le volte che la disgrazia accade "cadiamo dalle nuvole" e rimaniamo sbigottiti a chiederci il "perchè".


Gia in un mio precedente blog del 2 novembre 2016 avevo cercato di spiegare la potenziale convenienza e gli "sgravi" esistenti per la riqualificazioni strutturale ed energetica di un fabbricato e di come queste due tipologie d'intervento fossero, a livello cantieristico ed economico, facilmente interconnesse tra loro e di come la problematica fosse viva e palese dopo gli eventi sismici che avevano colpito il Centro Italia la scorsa estate.


Un altro importante elemento di valutazione, sempre poco considerato dal grande pubblico, è la sua modalità costruttiva dell'edificio e l'italica propensione del "fai-da-te".


Dal 1985 al 2004 nel nostro Paese si sono avuti tre successivi condoni edilizi, con i quali, nel bene e nel male, si sono "sanati" decenni di ampliamenti, nuove costruzioni e ristrutturazioni effettuate senza permesso edilizio.


Il problema di fondo è che la "sanatoria" rende conforme il nostro fabbricato sotto l'aspetto puramente amministrativo.


Se il nostro "abuso" è stato realizzato, come spesso avveniva ed avviene, al massimo risparmio (tanto sta su lo stesso...), con calcoli strutturali approssimati od assenti, senza una progettazione e controllo dei lavori e molte volte realizzato in proprio dal proprietario e dall'amico muratore, la sanatoria amministrativa non sana le mancanze esecutive, le carenze tecniche e l'inapplicazione delle normative, cioè la sanatoria amministrativa non è una sorta di miracolo che non fa lesionare o crollare un fabbricato in caso di sisma.


A tutto questo si aggiunge la svalutazione immobiliare, in quanto un edificio non riqualificato ne sotto il profilo strutturale ne sotto l'aspetto energetico avrà sicuramente un valore nettamente inferiore rispetto allo stesso edificio riqualificato, differenze che si attestano, attualmente tra il 23% ed il 30%, come già accennato in un altro mio blog del 16 novembre 2016.


Quindi, alla fine di tutto, il mio unico consiglio è di cercare, nei limiti del fattibile, di predisporre un'analisi a tutto tondo del vostro fabbricato e valutare i costi/benefici, sia sul breve che sul medio termine, di una corretta serie d'interventi di riqualificazione complessiva.





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Stefano Pelagotti Geometra - Castelfiorentino, Florence - Italy

Tel & fax 0571/628006    Mobile +39 348 230 4985

E-mail: studio.pelagotti@gmail.com

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