COS' È IL GREEN DEAL?
- Geom. Stefano Pelagotti
- 23 mag 2024
- Tempo di lettura: 3 min
Nel momento storico che stiamo attraversando fatto, purtroppo, di guerre reali e guerre politiche ed in cui l'aime' noto Superbonus è naufragato (di questi parlerò in un prossimo post...) la notizia dell'approvazione e pubblicazione del Green Deal (direttiva case green) sulla Gazzetta Ufficiale Dell'Unione Europea è passata parzialmente in sordina.
La pubblicazione della direttiva risale all’8 maggio 2024 e dopo 20 giorni dalla sua pubblicazione la direttiva entrerà in vigore, dando inizio ad un percorso di trasformazione del parco immobiliare europeo.
I diversi Stati avranno poi due anni (24 mesi) per fare propria la direttiva.
In pratica gli obiettivi della direttiva sono quelli di portare il parco immobiliare europeo, entro il 2050, ad emissioni zero, obiettivo raggiungibile solamente tramite un serio e mirato percorso di aggiornamento energetico ed impiantistico degli immobili sia pubblici che privati.
Questo intervento risulta per lo più mirato verso gli immobili particolarmente energivori (classi F e G) che rappresentano una fetta importante, oltre il 40-45%, degli immobili italiani ed europei.
La direttiva prevede degli step da raggiungersi tra il 2027, il 2030 ed a termine nel 2050 con un primo raggiungimento di classe minima E in un primo tempo, poi D, ecc..
Parlando da progettista che si è interessato di edilizia passivi, progettazione integrata, Bild Up ed Nzeb sin dal lontano 1990/1992 con un primo esame universitario sull'all'epoca "architettura passiva equisolare" ritengo che l'eseguire passettini seguiti da passettini risulta alquanto dispersivo, deleterio e dispendioso.
Nel momento in cui viene deciso di effettuare una riqualificazione energetica, che di fatto è un intervento di ristrutturazione energetica, si deve tener conto dell'obiettivo finale da raggiungere, obiettivo che non può limitarsi al raggiungimento di una classe E o D, che possiamo abbondantemente ottenere, sulla carta, con una mera sostituzione di generatore (caldaia) ed eventualmente infissi, ma deve puntare al raggiungimento, anche in un lasso di tempo di maggiore, di una classe energetica B se non A o superiori.
Il tutto senza perdere di vista il fatto che una completa riqualificazione, dall'involucro al fotovoltaico, sottende un investimento, per un appartamento variabile dai circa 50/55.000 Euro ai circa 80/90.000 Euro, cifra che per gli edifici in linea (a schiera) o uni/bifamiliari può tranquillamente superare i 115.000 Euro ad unità residenziale.
Come dico da sempre e non smetterò di ripetere l'intervento cardine della riqualificazione è l'isolamento termico delle pareti esterne e della copertura, in pratica dobbiamo proteggere in primi lo scambio, sia estivo che invernale, del volume d'aria in cui abitiamo e ci muoviamo tutti i giorni.
Forse l'intervento più impegnativo sia finanziariamente che a livello organizzativo ma sicuramente una base solida ed irrinunciabile per una corretta riqualificazione energetica.

Abaco non esaustivo di isolanti vegetali, minerali e sintetici
(*)© dispense “corso di Architettura Tecnica”, prof. Gaetano Sciuto, Università degli Studi di Catania; (*)© Knauf
Ottenuto l'abbattimento dello scambio termico e dei ponti termici connessi (davanzali e strutture in c.a. passanti) otteniamo un minor perdita di energia valutabile intorno al 50%, energia che possiamo fare a meno di produrre.
Una corretta progettazione del nostro isolamento (cappotto interno od esterno) ed una corretta valutazione e scelta del materiale permette già di gestire favorevolmente anche il nostro vecchio impianto di riscaldamento e di raffrescamento con indubbi benefici sia di vita che economici.
Contrariamente alla logica in questo periodo di frenesia da bonus ho visto in molti casi optare, o si sono fatti convincere, per operare sulla sola impiantistica (ottenendo tranquillamente il doppio salto di classe richiesto dalla norma) ma ottenendo alla fine dei lavori un go-kart con il 12 cilindri Ferrari, un mezzo che va forte ma alla prima curva esce di strada e distrugge l'intero mezzo.
Otteniamo in pratica un impianto tecnicamente molto performante che se strutturato sulle reali dispersioni dell'immobile diventa un impianto energivoro e dispendioso, se strutturato troppo piccolo (per ridurre i consumi...) non otterremo dall'impianto sufficiente energia a climatizzare (caldo/freddo) i nostri ambienti.
Se ti serve una consulenza per la tua casa o un gruppo di progettisti che ti segua in ogni step dell'operazione chiama o scrivimi.
Geom. Stefano Pelagotti
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