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LE MUFFE E LA CONDENSA...

  • by Geom. Stefano Pelagotti
  • 12 giu 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Dopo aver accennato alle problematiche e soluzioni relative alle umidità di risalita nelle murature, proviamo ad affrontare il problema delle acque di condensazione, che normalmente si rilevano per la formazione di muffe o colature di acqua sulla superficie interna delle pareti.


Cominciamo subito con il dire che il fenomeno della condensa è, nella maggior parte dei casi, dovuto alla presenza di ponti termici della nostra costruzione o nel nostro appartamento.


Negli edifici con struttura portante in cemento armato, per esempio, la maggior parte dei punti di condensazione si trova in corrispondenza dell'incrocio trave/pilastro, trave/balcone o pilastro/travi angolari e maggiormente per le facciate esposte a Nord e Nord-Est.


In queste zone la conduttività del cemento armato, che di fatto è una pietra artificiale e come tale si comporta, determina una temperatura superficiale interna della parete quasi uguale alla temperatura esterna, creando delle vere e proprie aree fredde a temperatura sufficientemente bassa da provocare la condensazione del vapore acqueo presente nell'aria e determinando così, anche nel breve periodo, zone umido/bagnate e relativa formazione di muffe.


Ovviamente questo tipo di problematiche è più facilmente riscontrabile sui "ponti termici" presenti in locali come la cucina ed il bagno, locali in cui abbiamo maggiore presenza di vapore acqueo nell'aria (preparazione dei cibi, doccia, ecc.) anche se spesso tali problematiche compaiono anche in altri locali della casa a seconda della maggiore o minore permanenza di persone ed alla presenza di ponti termici particolarmente importanti.


In un caso personalmente seguito il fenomeno della muffa per condensazione aveva colpito un intera parete percomplessivi due piani fuori terra, parete in laterizio avente basso spessore (circa15 centimetri) e di conseguenza alto valore di trasmittanza, con conseguente condensazione sula totalità della superficie interna.


In questi casi possiamo andare ad agire su due fronti a seconda dell'entità del fenomeno, delle modalità costruttive e, non per ultimo, le possibilità economiche d'intervento.


In primo luogo è possibile intervenire direttamente sul ponte termico, cercando quindi di diminuire la nostra "falla energetica" o tramite un sistema cappotto esterno, che risanera' l'edificio sotto molteplici aspetti, o tramite l'applicazione di strati coibenti interni quali intonaci e/o pitture con capacità termo isolanti (tipo AtriaTermika Green)


Sull'altro fronte possiamo intervenire sulla quantità di vapore acqueo presente nell'aria interna della casa, mediante il ricambio d'aria forzato.


Fortunatamente oggi sono presenti sul mercato, oltre a specifici impianti complessivi, anche delle piccole apparecchiature per il ricambio d'aria con recupero dell'energia, cioè delle macchine che, prima di spingere verso esterno l'aria interna, recuperano da questa dallo 80% al 90% dell'energia presente (calore), energia che viene successivamente ceduta alla nuova aria in ingresso dall'esterno preriscaldandola, evitando così eccessive differenze termiche da recuperare con l'impianto di riscaldamento o raffrescamento.


Apparecchiature tra l'altro posizionabili con la minima invasività, necessitando semplicemente di un carotaggio (foratura) della parete dai 60 ai 110 millimetri e di un punto luce.


Con i ricambi d'aria forzati sarà quindi possibile tenere sotto controllo l'umidità relativa dell'aria interna alla nostra abitazione (alcune apparecchiature risultano pre-programmate su variee percentuali di umidità relativa) evitando o come minimo diminuendo le possibilità di condensazione interna.


Ovviamente ogni singolo caso andrà analizzato nelle sue cause componenti per poter così determinare, progettare e porre in atto la più funzionale e meno onerosa tipologia d'intervento.

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Stefano Pelagotti Geometra - Castelfiorentino, Florence - Italy

Tel & fax 0571/628006    Mobile +39 348 230 4985

E-mail: studio.pelagotti@gmail.com

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