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UMIDITA' DI RISALITA, Capitolo II°

  • by Geom. Stefano Pelagotti
  • 30 mar 2018
  • Tempo di lettura: 2 min

Nel precedente post ho cercato di descrivere, in linea di massima, quali sono i meccanismi delle umidità di risalita e quale fenomeno fisico (la risalita per capillarità) è causa della problematica, ma come possiamo intervenire?


Negli anni passati, e purtroppo ancora oggi, veniva realizzato "un intonaco" fortemente cementizio con il quale semplicemente si ricopriva la parete umida, soluzione questa che semplicemente non faceva più vedere il problema, infatti in poco tempo comparivano nuovamente aloni e formazioni saline sino al distacco di una vera e propria lastra cementizia o frantumazione della stessa.


In pratica con questa "soluzione" non veniva risolto niente, era ed è equiparabile al rivestimento della parete, altra soluzione fortemente praticata, con listelli in legno (il famoso perlinato) o più economicamente con listelli sintetici, soluzione al di sotto della uale la nostra parete continuava a deteriorarsi.


Una soluzione più radicale e certametne più efficace è la realizzazione di intercapedini d'aria che permettono alla muratura bagnata o umida di "respirare" e l'utilizzo d'intonaci "ad alta traspirazione".


Questo voleva dire, soprattutto per i locali al piano terreno, la realizzazione sull'esterno di uno scannafosso perimetrale e sull'interno di un vespaio aereato sotto il solaio di calpestio, questi interventi isolavano la parte di muratura interrata dal diretto contatto con il terreno umido o bagnato e permettevano alla stessa di asciugarsi mediante l'evaporazione delle acque di risalita.


Ovviamente le murature superiori venivano trattate con degli stabilizzatori dei sali ormai presenti e intonacate con intonaci ad alta traspirabilità che permettevano un proseguimento dell'azione di asciugatura della parete.


Da qualche anno, anche grazie alle applicazioni della nanotecnologia nelle costruzioni, sono stati posti in commercio dei sistemi elettronici per il contenimento delle acque di risalita, basati sull'emissione di campi magnetici a bassa intensità che provocano l'inversione di polarità e/o la ionizzazione delle murature o, secondo i più recenti studi e brevetti, la neutralizzione della polarità dell'acqua di risalita (brevetto Domodry)


Tuttoo questo in quanto si è compreso che il fenomeno della capillarità è basato fondamentalmente sulla differenza di polarità e carica tra i materiali componenti la muratura e l'acqua, pertanto agendo tramite campi magnetici è possibile impedire il fenomeno stesso e mantenere l'acqua presente nel terreno al proprio livello.


Questo mantenimento di levello permette, nel tempo, la naturale asciugatura della parete e il ripristino della salubrità delle murature.


In pratica vengono disposti una serie di dispositivi elettrici di piccole dimensioni, con limitatissimo consumo e zero invasività, che creano un campo magnetico controllato a bassa intensità, equiparabile a quello prodotto da un ordinario elettrodomestico, che mantiene "confinate" le acque sotterranee.


Diciamo quindi che forse con queste nuove tecnologie e il continuo progredire nel settore della progettazione del recupero la "guerra" contro le umidità ascendenti o di risalità intravede una sua fine.


Nel terzo ed ultimo capitolo su questo argomento cercherò d'illustrare come è possibile intervenire contro l'umidità ambientale e la formazione di muffe sulle murature.

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Stefano Pelagotti Geometra - Castelfiorentino, Florence - Italy

Tel & fax 0571/628006    Mobile +39 348 230 4985

E-mail: studio.pelagotti@gmail.com

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