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UMIDITA'... GUERRA SENZA FINE?

  • by Geom. Stefano Pelagotti
  • 13 mar 2018
  • Tempo di lettura: 3 min

Ancora oggi purtroppo, nonostante il continuo sviluppo delle tecnologie e dei materiali, sento lamentare problematiche degli edifici legate all’umidità.


Quindi in questo primo post individueremo le due principali casistiche da cui deriva il degrado da presenza di acque, mentre nei successivi uno o due post (basta avere la pazienza di attendere qualche giorno…) cercheremo di definire le possibili soluzioni progettuali e tecnologiche.


Il degrado da acque di risalita e il degrado da acque di condensazione.


Il degrado da acque di risalita, più evidente nelle vecchie costruzioni in muratura, è dovuto al contatto diretto delle fondazioni con il terreno, normalmente vecchie fondazioni in laterizio, pietra o miste che venivano realizzate a bassa profondità e senza alcun tipo di protezione.


Queste murature di fondazione vengono a trovarsi direttamente esposte alle acque superficiali presenti nel terreno, sia di possibili falde che d’infiltrazione meteorica.


Una volta che la fondazione è raggiunta dall’acqua questa comincia lentamente a risalire all’interno della muratura, questa risalita avviene per capillarità, cioè la caratteristica di molti liquidi di risalire lungo le micro fessure del materiale raggiungendo, in alcuni casi anche altezze superiori ai 3-4 metri.


Il degrado derivante normalmente di evidenzia inizialmente con il distacco e la polverizzazione degli intonaci e delle pitturazioni e, nel caso l’azione si protragga nel tempo, con il degrado degli elementi costituenti la muratura e possibile degrado da azione geliva.


Tutto questo accompagnato, in moltissimi casi, dalla comparsa di efflorescenze superficiali che implementano il degrado delle murature, infatti si tratta di strutture cristalline costituite dagli elementi presenti nell’acqua di risalita, elementi inizialmente disciolti nell’acqua stessa e che, al momento dell’evaporazione del liquido, si solidificano in forme cristalline o filamentosa provocando la rottura e polverizzazione degli strati superficiali della muratura.


Il degrado derivante invece dalle acque di condensazione viene provocato appunto dalla condensazione (passaggio di stato da gassoso a liquido) del vapore acqueo.


Ci rendiamo conto della sua presenza quando vediamo la comparsa delle prime muffe sulle pareti o sui soffitti, soprattutto in corrispondenza di pareti esterne, sui solai nelle loro immediate vicinanze o sulle pareti e soffitti di locali esposti a Nord, Nord-Est.


Questo tipo di problematica colpisce, in particolar modo, i locali bagno e le cucine, potendo poi presentarsi anche all’interno dei normali locali abitativi.


Quando il vapore acqueo presente nell’aria di un locale, derivante anche solo dalla respirazione dei fruitori, viene a trovarsi a contatto con una superficie “fredda” o meno ventilata, lì avviene il fenomeno della condensazione, formando sulla superficie un “velo” di acqua che inizia a penetrare la pittura e l’intonaco sottostante, creando le condizioni ottimali per la crescita delle muffe.


Questo fenomeno accade fondamentalmente per l’eccessiva differenza di temperatura tra l’aria della stanza e la superficie interna della muratura o del solaio, temperatura fortemente dipendente da:

  • Tipo di materiale componente la muratura, infatti alcuni materialitipo la pietra o il cemento armato hanno la caratteristica di farsi attraversare rapidamente dall'energia, quindi se all'esterno è freddo anche il lato interno della parete risulterà particolarmente freddo.

  • Spessore della parete, in quanto anche per il materiale meno isolantere vale la regola che "...se ne mettiamo tanto qualche cosa fa..."

  • Esposizione solare, una parete esposta a Sud sarà sempre e comunque a temperatura maggiore (più calda) della stessa parete esposta a Nord.

  • Potenziali ponti termici, cioè da punti specifici in cui la presenza di particolari materiali (acciaio, cemento armato, pietra, ecc.) o particolari strutture (solette, travi, colonne) determinati daei punti specifici o delle zone del locale a più bassa temperatura.

  • Mancata ventilazione, che normalmente è data da uno scarso o nullo ricambio dell'aria.


Diciamo che più o meno, escludendo casi specifici particolari, le casistiche base dei danni agli edifici derivanti dall acqua risultano essere queste.


Definito questo nel prossimo post vedremo come è possibile intervenire per risolvere o quanto meno mitigare questa tipologia di problemi.



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Stefano Pelagotti Geometra - Castelfiorentino, Florence - Italy

Tel & fax 0571/628006    Mobile +39 348 230 4985

E-mail: studio.pelagotti@gmail.com

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