IL VALORE DI UNA CASA...
- by Geom. Stefano Pelagotti
- 26 gen 2018
- Tempo di lettura: 2 min
Nel mio precedente post ho accennato dell’esistenza di un fantomatico e misconosciuto decreto ministeriale del 2015, decreto che definisce l’obbligo d’intervenire, sul nostro involucro edilizio composto da tetto, facciate e serramenti, con opere di miglioramento della tenuta termica.
In parole povere quando andiamo ad intervenire su più del 25% del nostro involucro edilizio scatta l’obbligo di migliorare la capacità di tenuta delle nostre pareti, del nostro tetto e dei nostri serramenti, anche intervenendo con semplici operazioni di manutenzione straordinaria.

Inoltre ho segnalato come l’inadempienza a questo obbligo prospetti l’ipotesi di “non conformità urbanistica” dell’immobile, con sua conseguente invendibilità.
Oggi invece vorrei informarvi di come la mancanza di questi interventi di “riqualificazione energetica” obbligatori incida sul valore del vostro immobile, anche tenendo presente che nel 2020 i requisiti minimi di trasmittanza degli edifici richiesti saranno ancora più bassi di quelli attualmente obbligatori.
Se da adesso in poi vogliamo mantenere un valore di mercato delle nostre abitazioni coerente con le nostre aspettative (teniamo presente che l’attuale mercato immobiliare ha già subito un netto ridimensionamento al ribasso sia come volume di vendite che come prezzi di mercato), dobbiamo capire che intervenire oggi con una corretta riqualificazione diventa fortemente consigliato.
Nel momento in cui tutto il mercato immobiliare avrà come punto di riferimento case ed edifici ad alte prestazioni (e stiamo parlando di edifici cosiddetti “quasi zero”), il nostro immobile subirà un ulteriore colpo al ribasso, in quanto sul valore di vendita andrà ad incidere o la necessità del futuro proprietario di dover eseguire interventi di riqualificazione energetica (che voi non avete fatto…) ed il maggior costo di gestione annua dovuto ai costi energetici per il riscaldamento ed il raffrescamento.
E qui non parliamo di classi A, B o G (che gli aggiornamenti normativi spostano di continuo) ma parliamo di prestazione energetica per metro quadrato, cioè quanta energia consuma il nostro edificio in un anno per ogni metro quadrato di superficie.
Diventa facile capire che tra un edificio di 100 mq. con riscaldamento a metano che ha un fabbisogno di 200 Kw/mqa e lo stesso appartamento che necessita 20 Kw/mqa c’è una differenza di costo di gestione normalizzato di questo tipo:
mq. 100 x 200 Kw/mqa = Kw 20.000 x 0,11 €/Kw = € 2.200,00
mq. 100 x 30 kw/mqa = Kw 3.000 x 0,11 €/Kw = € 330,00
mq. 100 x 4 kw/mqa = Kw 400 x 0,11 €/Kw = € 44,00
tenendo conto di un costo per Kw termico derivante da metano di 0,11 €.
Al di la dei meri calcoli, la realtà di un buon intervento può portare al taglio delle bollette di riscaldamento e di condizionamento tra il 70% e lo 85% realizzando la nostra riqualificazione con pannelli in fibra di legno (110 kg/mc) invece che in EPS (polistirene estruso 20 kg/mc), in quanto per il raffrescamento estivo necessitiamo di avere anche una “massa” del materiale.
Tutto questo tenendo presente che attualmente sono stati reiterati tutti gli sgravi fiscali ed il conto termico per l’effettuazione degli interventi che, se condominiali, possono arrivare al 75%.
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