BRIVIDI... ma non di paura!
- by Geom. S. Pelagotti
- 6 nov 2017
- Tempo di lettura: 2 min

E così, in pochi giorni, le temperature si sono gettate a capofitto nell'inverno.
Lo so che siamo ancora in autunno, ma il termometro notturno, e non solo, ci ha già regalato diverse sorprese, soprattutto nelle aree di fondovalle, meno aereate e dove il tasso di umidità realizza delle vere e proprie "sacche fredde"
E con l'arrivo delle basse temperature ricomnicia il balletto dei consumi, che di anno in anno continuano ad aumentare e a far impallidire le nostre tasche.
Se avete seguito i miei post avrete notato che ho sempre puntato l'attenzione verso la capacità energetica del cosiddetto involucro edilizio, soprattutto in vista delle sempre più vicina scadenza del 2020, anno che farà da spartiacque tra vecchio e nuovo modo di concepire le costruzioni e le ristrutturazioni.
Ma come e in quale ordine si può intervenire con il Rebuild (ristrutturazione energetica) su di un edificio?
La soluzione sognata sarebbe un intervento unitario che in un colpo solo, dopo le dovute analisi e decisioni progettuali, metta in atto tutti gli interventi necessari a trasformare un fabbricato da 200 kwh/mq anno in un edificio ad energia quasi zero (meno di 4 kwh/mq anno), ma questo necessiterebbe di una disponibilità di denaro totale ed immediata, riscontrabile in pochi casi.
Nella maggior parte delle situazioni si cerca di operare per passi successivi, partendo da un progetto unitario e finalizzato da raggiungere nel tempo, con interventi successivi, sempre da realizzare tenendo presente il progetto complessivo.
Normalmente, in base alla disponibilità finanziaria, si tende a realizzare questi interventi in sostituzione o implementazione delle operazioni di manutenzione straordinaria, cioè in occasione di un rifacimento delle facciate o di rifacimento del manto di copertura.
Implementando questi interventi sotto l'aspetto energetico e non solo architettonico, possiamo dare un grossissimo taglio ai nostri consumi, nell'ordine del 35-40%, in quanto un termo cappotto coerente e un'altrettanto coerente coibentazione della copertura porteranno questi risultati, con un implemento del costo d'intervento che può anche rimanere nell'ordine del 20% circa.
Implemento che ritornerà e verrà tranquillamente assorbito dagli sgravi fiscali (60-65%) e dal minor consumo (35%).
Successivamente si dovrà sicuramente intervenire sui serramenti passando, dove possibile, da serramenti mono o doppio vetro a serramenti a triplo vetro (doppia camera d'aria), con un abbattimento dei consumi di un unlteriore 10% circa.
In ultimo e solo in ultimo andremo ad operare sulle impiantistiche, valutando tutte le opzioni possibili, potendo anche arrivare, per assurdo, a non metterci mano, in quanto avremo già raggiunto una necessità energetica talmente bassa da non richiedere o da non rendere conveniente la variazione del sistema impiantistico.
Inoltre, operando sull'involucro edilizio invece che sulla sola impiantistica, otterremo anche una rivalutazione del nostro immobile rispetto al mercato immobiliare, potendo proporre, in caso di vendita un edificio con prestazioni energetiche di riguardo ed allineate a normative sia vigenti che imminenti.