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SISMA: ASPETTANDO...

  • Stefano Pelagotti
  • 24 nov 2016
  • Tempo di lettura: 3 min

Mai come in questo momento mi accorgo della confusione e della non conoscenza del "fabbricare" e del "fabbricare in emergenza" che c'è tra la gente, non conoscenza che colpisce anche persone e personaggi ordinariamente definiti di "cultura" quali redazioni giornalistiche più o meno quotati.


Un paio di settimane fa, molto casualmente, ho visto, per una ventina di minuti una trasmissione televisiva che parlava del sisma che ha colpito il Centro Italia, ed alla quale partecipavano un ingegnere ed una sismologa storica, persone sicuramente di alta levatura nei loro specifici campi.


Durante l'interviste è stato trasmesso un servizio da Norcia su due "casine" in legno che avevano retto al recente evento sismico.


Sinceramente mi chiedo come, una giornalista, possa realizzare un servizio su di un argomento senza prima aver acquisito adeguate informazioni, infatti l'inviata presentava due classici e semplici "bungalow" in legno ad un solo piano e di circa 110 mq. cadauno, bungalow che possiamo trovare normalmente in un campeggio in montagna.


La cosa fastidiosa, per me progettista e per tutti coloro che conoscono la realtà delle costruzioni in legno a destinazione abitativa, era lo stupore della giornalista, falso o meno, nel sottolineare la presenza del bagno-wc e della camera per i bambini..... Ma la gentile signora, prima del servizio, non ha nemmeno pensato di guardare in rete alla voce "case in legno" prima di stupirsi?.


Comunque il punto più basso si è raggiunto quando l'ingegnere dell'INGV (ente che si occupa di sismi e vulcanologia) ha asserito che le il materiale legno "non è durevole"... E i solai in legno di epoca romana, e le fondazioni in legno di Venezia?


E tutte quelle strutture lignee, solai e tetti, che ci derivano dal 1400 in poi?


Oserei affermare esattamente il contrario, soprattutto quando nel nord Europa esistono delle costruzioni in legno del '600 tuttora ordinariamente utilizzate.


Ma in questo post non volevo parlare delle costruzioni in legno permanenti, che necessitano di tempistiche realizzative superiori all'immediatezza necessaria a gestire una situazione d'emergenza, bensì vorrei solo farvi vedere come potrebbe essere gestita un'emergenza abitativa, come quella di un dopo-sisma, sulla base delle mie esperienze sia come ex ufficiale dell'E.I. che di progettista architettonico.


Un esempio pratico di "costruzione temporanea" lo abbiamo proprio a Firenze, dove due palazzine, ormai da anni, sono state realizzate proprio davanti al Palazzo di Giustizia, due costruzioni di tre piani, dall'architettura gradevole e moderna, composte da una struttura in acciaio e legno che contiene una serie di moduli in legno preassemblati e trasportati con mezzi pesanti.


Per realizzare le due palazzine sono stati necessari circa due mesi di lavoro "a finito", ovviamente si tratta di una soluzione abitativa "temporanea", ma non per il materiale o la tecnologia utilizzati, ma sempicemente perchè questi due edifici sono stati appositamente studiati per essere smontati e ricollocati in un'altra area a secondo del fabbisogno abitativo ed infatti il prossimo anno verranno probabilmente smontate e l'attuale area tornerà area verde pubblica.



Se invece volessimo sostituire rapidamente le tende (necessarie nelle prime 24/36 ore dall'evento), nell'arco di circa sette giorni sarebbe possibile realizzare delle strutture, per me sempre temporanee, utilizzando la tecnologia delle i-domehouse giapponesi, un sistema costruttivo modulare in polistirene espanso, una tecnologia e metodologia che permette di realizzare delle vere e proprie strutture modulari sia per usi abitativi che per scuole o altre strutture pubbliche.

Questa tecnologia si distingue per la semplicità e rapidità realizzativa, fornendo edifici resistenti al vento, ai sismi e necessitanti di poca energia in quanto fortemente isolati, l'unico difetto è la serialità e particolarità architettonica che rendono gli insediamenti realizzati un po' Terra di Mezzo degli Hobbit.


Comunque quello che volevo sottolineare è che, oggi, non è più pensabile di ospitare persone o realizzare scuole, colpite da terremoti, nei container di ferro o in moduli provvisori di pessima fattura e memoria, oggi la tecnologia e la progettazione ci permettono di fornire nell'immediatezza dell'emergenza soluzioni all'avanguardia e sufficientemente durevoli da attendere dei coerenti processi di ricostruzione.


Che poi questa ricostruzione avvenga in pietra e mattoni, in cemento armato o in acciaio e legno.... è un problema da affrontare successivamente.


 
 
 
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Stefano Pelagotti Geometra - Castelfiorentino, Florence - Italy

Tel & fax 0571/628006    Mobile +39 348 230 4985

E-mail: studio.pelagotti@gmail.com

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