LA TRIGENERAZIONE, L’ENERGIA NEL FUTURO.
- Stefano Pelagotti
- 21 giu 2016
- Tempo di lettura: 3 min
Sempre a parlare di energia, come consumare, cosa utilizzare e via di questo passo…
Vediamo quindi di proporre un argomento nuovo, o meglio poco conosciuto: la trigenerazione.
Tutti, ma proprio tutti, avrete visto che un motore a scoppio, quello dei classici generatori, produce energia elettrica e al tempo stesso produce molto calore, diciamo che la resa di un “motore” è circa del 30-40% di produzione elettrica, mentre il restante 60% del nostro combustibile se ne va via in calore.

La cogenerazione basa il proprio concetto sul massimo recupero di questo calore e nel suo utilizzo fattivo, cioè delle macchine che producono contemporaneamente sia energia elettrica che calore, attualmente con risultati energetici molto elevati e rese anche oltre il 90% grazie a sistemi con turbine che partono anche da potenze molto basse di pochi Kw.
Ovviamente la problematica della cogenerazione è che con questo sistema la produzione di queste due forme d’energia è contemporanea, cosa che, in ambito residenziale, è ottima d’inverno ma meno conveniente d’estate, quando il fabbisogno di “calore” viene di fatto azzerato o quasi.
Infatti oggi la cogenerazione trova il suo grosso potenziale d’utilizzo in ambiti industriali e agricoli, dove è possibile trovare un quasi costante utilizzo del calore prodotto.
Proprio per limitare questa problematica, o almeno ridurla, è nata l’idea della rigenerazione, cioè un efficiente sistema di produzione combinata di elettricità, calore e freddo da un unico impianto, spesso identificato dall’acronimo inglese CCHP (combined cooling, heating and power).

La trigenerazione è semplicemente dovuta ad un impianto di cogenerazione a cui viene abbinata una macchina frigorifera, in modo da produrre freddo sotto forma di acqua refrigerata, da utilizzare successivamente per il condizionamento degli edifici o per usi industriali/agricoli.
Rispetto alla cogenerazione, la trigenerazione permette di sfruttare il potenziale dell’impianto anche in estate, quando cessa l’esigenza di riscaldamento, in particolare negli usi residenziali, vista la difficoltà o l’impossibilità di sfruttare in estate tutto il calore prodotto.
Quindi le utenze ideali di un impianto di trigenerazione sono quelle che presentano un fabbisogno complessivo di: energia elettrica, termica e frigorifera (condizionamento).
Considerato quanto sopra possiamo dire che le maggiori possibilità di applicazione ricadono soprattutto nel settore terziario per destinazioni quali:
Scuole ed Università;
Strutture sanitarie ed ospedaliere;
Complessi di uffici;
Centri civici, ricreativi e strutture sportive indoor
Nell’ambito residenziale puro, la trigenerazione è attualmente realizzabile e proponibile soltanto in edifici avente carattere condominiale, pertanto di dimensioni medio-grandi.
Ovviamente, come nel caso della cogenerazione in cui parliamo di microcogenerazione per impianti al di sotto dei 50Kw elettrici, esistono macchine e impianti per la microtrigenerazione, elementi che possono trovare la loro naturale applicazioni anche in alcune tipologie mresidenziali. residenziali
Analizzando i benefici la generazione delle tre principali forme di energia utilizzate, calore, freddo ed elettricità, tramite un unico sistema rispetto alla generazione separata, offre risparmi mediamente intorno al 60%.

Questa metodologia di generazione, inoltre, permette di affrontare e snellire l’attuale problematica dovuta alla grande richiesta elettrica estiva, richiesta cresciuta, a livello nazionale, a causa della crescente diffusione della climatizzazione elettrica.
Dimenticavo, attualmente sono presenti sul mercato impianti di varia tipologia che sfruttano, come combustibile, dal metano/GPL alle biomasse (cippato, pellets, ecc.) pertanto avremo anche la possibilità di definire il miglior combustibile da utilizzare o, nel caso, già presente e disponibile sul sito d’impianto.
Come sempre però voglio ricordare che è fondamentale pensare alla corretta strutturazione della “scatola muraria” sotto l’aspetto energetico, in quanto meno energia disperdo e/o necessito, meno grandi dovranno essere le apparecchiature necessarie a fornirmi quell’energia occorrente.