Il Rebuild e l’efficienza energetica degli edifici esistenti.
- Stefano Pelagotti
- 16 mar 2016
- Tempo di lettura: 2 min
Quando si parla con le persone di risparmio energetico nella gestione della propria casa e del relativo inquinamento prodotto, tutti iniziano a parlare dei sistemi di produzione di energia rinnovabile, soprattutto di fotovoltaico e di solare, alcuni di pellets e così via discorrendo.

In pratica tutti partono dall’elemento, a loro dire, d’immediato risparmio: la modalità di produzione dell’energia necessaria a riscaldare la propria casa (e così i più dimenticano i costi di climatizzazione estiva..).
In Italia la maggior parte del nostro parco immobiliare, quello in cui la stragrande maggioranza di voi abita, è stato realizzato anteriormente al 2005 e quindi progettato e costruito prima che la problematica energetica prendesse le dimensioni attuali.
In questi fabbricati gli elementi che separano il volume abitativo dalle azioni del clima esterno (pareti, solai, tetto, ecc.) non sono pensati e realizzati come elementi energetici ma come semplici sparatori dall’ambiente esterno, permettendo enormi scambi di energia tra l’ambiente chiuso e quello esterno, il tutto accompagnato da impianti complessivamente obsoleti o critici.
Pochi riescono ad immaginare quanto la modalità costruttiva e l’involucro di un edificio influiscano sui suoi consumi energetici.
Così come pochi sanno che coerenti e progettati interventi di riqualificazione energetica del solo involucro edilizio, realizzati e monitorati nell’ultimo decennio, hanno portato a diminuzioni effettive del fabbisogno energetico tra il 60%-75%.
Cioè, portando un esempio numerico, un fabbricato che spendeva ordinariamente 1000 l’anno per il suo riscaldamento/raffreddamento, dopo l’intervento può arrivare a spendere 250-400, senza modificare la modalità di produzione dell’energia stessa (impianto termico).
Quindi tanto più l'involucro è adatto a isolare o a compensare le temperature tra interno e esterno, tanto più è energeticamente efficiente: in altre parole, tanto più fa risparmiare energia.
Questa pertanto sarà la strada da percorrere se vogliamo che la nostra casa mantenga un coerente valore di mercato, inquini meno ed abbia dei costi di gestione minori.
Inoltre un buon intervento di Rebuild energetico migliora anche il confort abitativo, in quanto tende ad eliminare eventuali condensazioni e muffe derivanti da ponti termici o eccessive sacche di umidità.
Per terminare è utile ricordare che, dal 2007 ad oggi, sono stati definiti incentivi economici, in detrazione fiscale, per chi effettua interventi di miglioramento del’efficienza energetica degli edifici, ovviamente rispettando e raggiungendo i parametri previsti dalla normativa.